Cinema – impronta culturale https://www.improntaculturale.it la cultura è fatta di cose che ci scambiamo Mon, 15 Jun 2015 16:15:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.3.14 CAMPO BASE 2015 https://www.improntaculturale.it/2015/06/campo-base-2015/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=campo-base-2015 https://www.improntaculturale.it/2015/06/campo-base-2015/#respond Mon, 15 Jun 2015 16:09:05 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=4082 Comune di San Vito di Leguzzano
Assessorato alla Cultura | Assessorato alle Politiche Giovanili | Assessorato alle Politiche per la Famiglia

Impronta Culturale organizza CAMPO BASE un campo estivo per ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni.
CAMPO BASE si terrà dal 15 al 22 agosto 2015, presso il Centro Didattico Ambientale Valpore,sul Monte Grappa (www.valpore.org).
Il Centro di Valpore è tutto da scoprire, dal punto di vista botanico, faunistico, antropologico e storico
(ancora oggi sono visibili i segn i della Prima Guerra Mondiale).
Ogni giorno un ‘ospite speciale’ accompagnerà i ragazzi in un’esperienza di scoperta creativa, tra giochi, teatro, musica, scrittura, arte e molto altro.
Saranno con noi tra gli altri: Andrea Mazzacavallo (cantante e musicista), Andrea Segre (regista e scrittore), Andrea Pennacchi (attore e regista),
Alessandro Casappa e Paolo Codognola (musicisti). Sono previste escursioni, attivita nella natura, e tornei sportivi.

La quota di € 150,00 comprende: alloggio e pensione completa, la quota assicurativa e la partecipazione a tutte le attivita previste.
E’possibile iscriversi dal 2 giugno, presso la Biblioteca Civica di San Vito, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
All’atto dell’iscrizione e richiesta una caparra di € 50,00.
info: Biblioteca Civica San Vito di Leguzzano (VI)  t.0445.519735 – 347.6428631
info@improntaculturale.it
www.improntaculturale.it
?campoBase
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Serata di merito 2014 https://www.improntaculturale.it/2014/12/serata-di-merito-2014/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=serata-di-merito-2014 https://www.improntaculturale.it/2014/12/serata-di-merito-2014/#respond Tue, 09 Dec 2014 07:37:46 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=3935 A3 merito 2014

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Ti racconto le mani che cambiano il mondo https://www.improntaculturale.it/2013/11/ti-racconto-le-mani-che-cambiano-il-mondo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ti-racconto-le-mani-che-cambiano-il-mondo https://www.improntaculturale.it/2013/11/ti-racconto-le-mani-che-cambiano-il-mondo/#respond Tue, 26 Nov 2013 20:17:35 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=3758 tiracconto

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cinema in corte 2012 https://www.improntaculturale.it/2012/06/cinema-in-corte-2012/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cinema-in-corte-2012 https://www.improntaculturale.it/2012/06/cinema-in-corte-2012/#respond Fri, 22 Jun 2012 14:13:49 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=2675

partecipanti 300

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Lo Specchio Magico 2012 https://www.improntaculturale.it/2012/02/lo-specchio-magico-2012/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lo-specchio-magico-2012 https://www.improntaculturale.it/2012/02/lo-specchio-magico-2012/#respond Sun, 12 Feb 2012 23:20:00 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=1746

Quattro appuntamenti, dal 29 gennaio al 16 febbraio, per comprendere il mondo delle immagini, attraverso i suoi linguaggi, l’arte, la fotografia, il cinema, la televisione e il web
    “LO SPECCHIO MAGICO”: AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DEDICATA ALLA VISIONE

(San Vito di Leguzzano – VI – 21.01.2012) – Sta per prendere il via la seconda edizione dello “Specchio magico”, il ciclo di incontri con autori, registi e artisti legati al tema della visione, ideata e organizzata dal Gruppo arti visive di Impronta culturale, il progetto di produzione culturale partecipata del Comune di San Vito di Leguzzano. Protagoniste l’arte, la fotografia, la videoarte, il cinema e il web e i loro particolari linguaggi analizzati in quattro serate, dal 29 gennaio al 16 febbraio 2012, attraverso un incontro con un noto regista cinematografico, un fotografo errante, un collettivo artistico e infine un docente universitario che condurrà un dibattito sulla pornografia.?Il primo evento della rassegna è ospitato eccezionalmente presso il Museo Casabianca di Malo dove, domenica 29 novembre alle ore 17.00, il regista Emidio Greco presenterà un film-documento sull’amico e artista Alighiero Boetti. In occasione dell’incontro sarà possibile visitare alcune sale nelle, quali saranno esposte le opere di Alighiero Boetti di proprietà della collezione permanente del Museo. Gli incontri successivi si terranno, come di consueto, di giovedì alle 20.30 presso la Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano. A partire da giovedì 2 febbraio con la riflessione sulla fotografia con Giovanni Giovannetti, “editore, fotografo e camminante” come ama definirsi l’organizzatore di “Cammina Cammina”, esperienza errante realizzata da 700 persone che dal 20 maggio al 4 luglio del 2011 hanno compiuto un viaggio a piedi da Milano a Napoli per “ricucire” l’Italia con i propri passi. Giovedì 9 febbraio verrà proposto un assaggio dei lavori di ZimmerFrei, collettivo artistico bolognese che attraverso una narrazione del reale indaga sulle possibilità della visione. A chiudere la rassegna, giovedì 16 febbraio, una riflessione sulla pornografia a cura di Federico Zecca dell’Università di Udine, attraverso la presentazione del volume: “Il Porno Espanso. Dal cinema ai nuovi media. Come capire la nostra epoca attraverso la pornografia”.

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4° APPUNTAMENTO
Giovedì 16 febbraio 2012 ORE 20,30 Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano
IL PORNO ESPANSO DAL CINEMA AI NUOVI MEDIA
Il “porno” come forma estetica dell’immaginario contemporaneo
incontro con Federico Zecca – Università di Udine

Sarà una riflessione sulla pornografia, come modello di visione contemporanea e immaginario estetico, a chiudere la rassegna dedicata alla visione ideata e organizzata dal Gruppo arti visive di Impronta Culturale, il progetto di produzione culturale partecipata del Comune di San Vito di Leguzzano. Ospite, giovedì 16 febbraio alle ore 20.30 presso la Sala Civica della Biblioteca di San Vito, Federico Zecca, semiologo e ricercatore presso l’Università di Udine e curatore assieme a Enrico Biasin e Giovanna Maina del volume “Il porno espanso. Dal cinema ai nuovi media”. Il testo, che verrà presentato durante la serata, riunisce una serie di contributi, di esperti e studiosi, dedicati alla pornografia audiovisiva contemporanea, intesa come “forma culturale ed estetica dell’immaginario contemporaneo”, un immaginario che esce dai suoi confini per “espandersi” in altri ambiti come il cinema d’autore e di genere, le arti visive, la fiction televisiva, il fashion design e il videoclip. Un’ottica interdisciplinare attraverso la quale analizzare i meccanismi economici, sociali e linguistici che sottendono l’attuale produzione pornografica, in particolare le modalità di produzione/rappresentazione e le pratiche di fruizione/partecipazione. Fino ad esaminarne i processi di migrazione che portano la pornografia a disseminarsi appunto all’interno di altri sistemi espressivi. “La pornografia, insomma, – dichiara Federico Zecca – non è oggi questione di contenuti: è quasi la logica culturale dei media; è il modo in cui funzionano le immagini, in cui noi spettatori/consumatori guardiamo e ci facciamo guardare”. Siamo sovraesposti alle immagini che ci colpiscono crudamente e a volte crudelmente; ma il porno è diventato non solo un fatto buono per gli studi di sociologia, ma anche un’importante dimensione estetica.

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3° APPUNTAMENTO
Giovedì 9 febbraio 2012 ORE 20,30 Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano (VI)

appuntamento con
IL COLLETTIVO ARTISTICO ZIMMERFREI
Densi percorsi visivi e sonori per un’immersione nel presente

Video, installazioni, ambienti sonori, fotografie, dispositivi ottici e luminosi compongono le tappe di un’esplorazione del presente del noto collettivo artistico ZimmerFrei, ospite dello “Specchio magico”, giovedì 9 febbraio alle ore 20.30 presso la Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano. Terzo appuntamento del ciclo di incontri con autori, registi e artisti legati al tema della visione, ideata e organizzata dal Gruppo arti visive di Impronta Culturale, il progetto di produzione culturale partecipata del Comune di San Vito di Leguzzano. ZimmerFrei porterà a San Vito una selezione di lavori di videoarte che testimoniano la multiforme attività di un collettivo artistico formatosi nel 2000 al centro sociale TPO di Bologna. Di ZimmerFrei fanno parte Anna de Manincor (1972), artista e videomaker, Anna Rispoli (1974), artista e performer, e Massimo Carozzi (1967), artista e sound designer. Il gruppo, che lavora sulle possibili connessioni tra le arti visive e la performance attraverso l’utilizzo di diversi media, è impegnato da anni in mostre personali e installazioni nelle maggiori realtà museali nazionali e internazionali. Tra le personali vanno citate: “campo|largo” al “MAMBO” di Bologna nel 2011, “TOMORROW IS THE QUESTION!” presso la galleria “Monitor video&contemporary art” di Roma nel 2010,  una mostra al “Front Room Gallery” di Brooklyn NYC nel 2009 e altre collettive a Bruxelles, Milano, Marsiglia, Torino, Amburgo, New York, Rovereto a la più recente al “MACRO”, Museo d’Arte Contemporanea, di Roma. ZimmerFrei ha inoltre partecipato alla 51° Biennale d’Arte di Venezia nel 2005. La loro tensione di ricerca si risolve in lavori visivi di esplorazione del paesaggio naturale, della città – dai centri storici alle periferie – e dell’universo sociale contemporaneo in cui vengono individuati di volta in volta luoghi, immagini, narrazioni, tonalità emotive inattese. Il campo d’azione è il presente, con le sue complessità, le zone d’ombra, le stratificazioni di tempi e spazi, le storie e la potenza simbolica che lo abitano. Le città sono spesso protagoniste dei loro lavori, Roma, Bologna, Atene, Harburg, rilette in modo inconsueto e suggestivo, grazie al particolare metodo di ripresa “time-lapse” col quale è possibile comprimere in pochi minuti un’intera giornata. Attraverso i loro lavori di videoarte  è possibile cogliere l’”inatteso”, la ricchezza inesplorata che è nascosta in qualsiasi luogo, come nell’opera “I giorni del cane”, dove pastori e pecore dell’estrema periferia di Roma diventano simboli di un impossibile accordo tra un tempo arcaico e un degradato presente.
“Oggi è più che mai necessario leggere il mondo ‘contropelo’ – dichiarano gli artisti, – attraversarlo con uno sguardo vigile ed esigente, pronti a cogliere i sintomi più sfuggenti, le piccole epifanie quotidiane nelle quali si rinnova la nostra comune appartenenza al presente”.

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2° APPUNTAMENTO
Giovedì 2 febbraio 2012 ORE 20,30 Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano (VI)

appuntamento con la fotografia
LA FOTOGRAFIA IN TASCA DI GIOVANNI GIOVANNETTI

– Il fotografo errante Giovanni Giovannetti è il protagonista della seconda serata dello “Specchio magico”, ciclo di incontri con autori, registi e artisti legati al tema della visione, ideata e organizzata dal Gruppo arti visive di Impronta Culturale, il progetto di produzione culturale partecipata del Comune di San Vito di Leguzzano.
Domenica 29 gennaio il Museo Casabianca di Malo ha ospitato la proiezione del film-documento di Emidio Greco sull’amico e artista Alighiero Boetti, al primo incontro della rassegna hanno partecipato circa 150 persone. La seconda serata, che si terrà presso la Sala Civica della Biblioteca di San Vito di Leguzzano, giovedì 2 febbraio alle ore 20.30, sarà una riflessione sulla fotografia e il particolare lavoro di Giovanni Giovannetti, “editore, fotografo e camminante” come lui stesso ama definirsi, fotoreporter che collabora con i principali giornali italiani. Considerato il maggior fotografo italiano di letterati, da oltre vent’anni lavora ad un archivio fotografico sulla letteratura contemporanea. Scrive inoltre, assieme a Tiziano Scarpa, Antonio Moresco e Dario Voltolini, di sostenibilità e legalità sulla rivista on line “Il primo amore” (http://www.ilprimoamore.com), quadrimestrale di sconfinamento composto da saggi di romanzieri e poesie di cineasti, pagine in cui la letteratura invade la politica e in cui la fotografia si fa racconto; testi in cui la riflessione filosofica assume toni lirici. “Tutto il mondo, ci pare, è dominato dallo sconfinamento: la letteratura sconfina nella politica che sconfina nella scienza che sconfina nella religione ecc. Cosi non si vede perché il nostro modo di parlare del mondo e di essere nel mondo dovrebbe seguire una logica diversa”. Ultima “impresa” della rivista e di Giovanni Giovannetti, in qualità di camminante, è il progetto “Stella D’Italia”, un cammino a piedi per ricucire con i nostri passi il Paese, che inizierà il 5 maggio 2012 ed è la conseguenza dell’esperienza errante “Cammina Cammina”, realizzata da 700 persone che dal 20 maggio al 4 luglio del 2011 hanno compiuto un viaggio a piedi da Milano a Napoli. “L’Italia ha bisogno di risorgere. Ha bisogno di tirare fuori dalla sua testa, dalla sua pancia e dal suo cuore le energie che pure conserva dentro di sé – dichiara Antonio Moresco organizzatore del progetto -. C’è bisogno di gesti, individuali e collettivi, che diano una spinta verso questa rigenerazione. C’è bisogno di unire sentimento e visione. C’è bisogno di mettere al mondo e rendere visibile questa urgente necessità e questo desiderio diffuso attraverso gesti significativi e prefiguranti da compiere insieme. C’è bisogno di un incontro non solo mentale e ideale ma anche fisico, che renda visibile e che faccia vivere l’immagine e la possibilità di un’unione dinamica riconquistata per poter finalmente imboccare altre strade”. Non mancheranno spunti per riflettere.

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1° APPUNTAMENTO
29 GENNAIO 2012 – MUSEO CASABIANCA MALO
In collaborazione con il Museo Casabianca di Malo.

Si terrà nell’appropriata location del Museo Casabianca la proiezione di “Niente da vedere niente da nascondere”, un film-documento sull’opera dell’artista Alighiero Boetti, alla quale seguirà un incontro con il regista Emidio Greco presente in sala.
Il film è stato girato nel 1978 in parte nel Museo d’Arte Contemporanea di Basilea e in parte nello studio dell’artista a Roma, piazza Santa Maria in Trastevere. L’andirivieni tra i due luoghi, pubblico e privato, introduce lo spettatore nel mistero dei meccanismi creativi che si compiono poi nelle opere definitive, quelle esposte. Nel 1978, all’età di 38 anni, Alighiero Boetti era nella piena realizzazione della sua poetica, aveva già affrontato le diverse valenze della sua produzione: il rapporto originario con l’Arte Povera, con il Concettualismo internazionale, nonché il personalissimo dialogo con l’Oriente. Lo stretto rapporto intellettivo tra l’artista e l’amico cineasta ha reso possibile un intenso viaggio interiore.

Emidio Greco è un regista e sceneggiatore che spicca nel panorama nazionale per lo stile sobrio e delicato. Dal 1966 al 1980 realizza per la RAI numerosi programmi culturali, documentari e inchieste.
Autore di numerosi lungometraggi, debutta nel nel 1974 con L’invenzione di Morel, tratto dal romanzo di A. Bioy Casares. Il film partecipa al Festival di Cannes nella Quinzane des Réalisateurs.
Del 1991 è Una storia semplice, dal romanzo di Leonardo Sciascia, che presentato in concorso alla Mostra di Venezia riceve il Leone d’oro per l’interpretazione di Gianmaria Volonté.
Il suo ultimo film è del 2010, Notizie degli scavi, tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini, presentato fuori concorso al Festival di Venezia ha vinto nel 2011 il Globo d’Oro per la miglior regia e sceneggiatura.

In occasione dell’incontro sarà possibile ammirare,  esposte nelle sale del museo, alcune opere di Alighiero Boetti di proprietà della collezione permanente del Museo.

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“LO SPECCHIO MAGICO” – IL PROGRAMMA

Domenica 29 gennaio ore 17.00 – Museo Casabianca Malo (VI)
Niente da vedere niente da nascondere. Incontro con il regista Emidio Greco e proiezione del film-documento sull’opera dell’artista Alighiero Boetti.

Giovedì 2 febbraio ore 20.30 – Sala Civica Biblioteca – San Vito di Leguzzano (VI)
La fotografia in tasca. Incontro con Giovanni Giovannetti. Editore, fotografo, camminante.

Giovedì 9 febbraio ore 20.30 – Sala Civica Biblioteca – San Vito di Leguzzano (VI)?ZimmerFrei: Oltre i confini del mondo interiore. Incontro con il collettivo artistico ZimmerFrei.

Giovedì 16 febbraio ore 20.30 – Sala Civica Biblioteca – San Vito di Leguzzano (VI)?Il Porno Espanso. Dal cinema ai nuovi media. Come capire la nostra epoca attraverso la pornografia. Incontro con Federico Zecca, Università di Udine.

TUTTI GLI APPUNTAMENTI SARANNO COMPLETAMENTE GRATUITI ED APERTI AL PUBBLICO

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https://www.improntaculturale.it/2012/02/lo-specchio-magico-2012/feed/ 0
il regista Emidio Greco al Museo Casabianca di Malo con Impronta Culturale https://www.improntaculturale.it/2012/01/emidio-greco-al-museo-casabianca-di-malo-con-impronta-culturale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=emidio-greco-al-museo-casabianca-di-malo-con-impronta-culturale https://www.improntaculturale.it/2012/01/emidio-greco-al-museo-casabianca-di-malo-con-impronta-culturale/#respond Sun, 29 Jan 2012 22:00:06 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=1909

1° APPUNTAMENTO
29 GENNAIO ore 17,30 – 2012 – MUSEO CASABIANCA MALO
In collaborazione con il Museo Casabianca di Malo.

NIENTE DA VEDERE NIENTE DA NASCONDERE
incontro con il regista EMIDIO GRECO proiezione del film sull’opera dell’artista e amico Alighiero Boetti

IL FILM: NIENTE DA VEDERE NIENTE DA NASCONDERE
regia di Emidio Greco – 1978 – 60’ – Film-documento sull’opera dell’artista e amico Alighiero Boetti.
Il film è stato girato nel 1978 in parte nel Museo d’Arte Contemporanea di Basilea e in parte nello studio dell’artista a Roma, piazza Santa Maria in Trastevere. L’andirivieni tra i due luoghi, pubblico e privato, introduce lo spettatore nel mistero dei meccanismi creativi che si compiono poi nelle opere definitive, quelle esposte.
Nel 1978, all’età di 38 anni, Alighiero Boetti era nella piena realizzazione della sua poetica, aveva già affrontato le diverse valenze della sua produzione: il rapporto originario con l’Arte Povera, con il Concettualismo internazionale, nonché il personalissimo dialogo con l’Oriente. Lo stretto rapporto intellettivo tra l’artista e l’amico cineasta ha reso possibile un intenso viaggio interiore. Il film non è un documentario, di cui non possiede il distacco, la finta obiettività o lo sguardo tendenziosamente imparziale. L’occhio del regista si muove invece in un singolare equilibrio tra diatanza e prossimità: nello studio di Boetti entriamo quasi come amici in visita.

IL REGISTA: EMIDIO GRECO
Emidio Greco è un regista e sceneggiatore che spicca nel panorama nazionale per lo stile sobrio e delicato. Dal 1966 al 1980 realizza per la RAI numerosi programmi culturali, documentari e inchieste. Autore di numerosi lungometraggi, debutta nel nel 1974 con “L’invenzione di Morel”, tratto dal romanzo di A. Bioy Casares. Il film partecipa al Festival di Cannes nella Quinzane des Réalisateurs. Del 1991 è “Una storia semplice”, dal romanzo di Leonardo Sciascia, che presentato in concorso alla Mostra di Venezia riceve il Leone d’oro per l’interpretazione di Gianmaria Volonté. Il suo ultimo film è del 2010, “Notizie degli scavi”, tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini, presentato fuori concorso al Festival di Venezia ha vinto nel 2011 il Globo d’Oro per la miglior regia e sceneggiatura.

L’ARTISTA: ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 – Roma 1994)
Artista concettuale italiano, esponente dell’Arte Povera. Instancabile sperimentatore, Boetti ha analizzato i temi dell’alternanza, del contrasto, del tempo, del doppio e della propria identità, ha fatto della dualità il nucleo centrale della sua poetica, fino al noto sdoppiamento della sua personalità, nel 1972, cambiando il proprio nome in Alighiero e Boetti.
Dal 1970 inizia a lavorare sui linguaggi e sul tema della serialità e dello sdoppiamento. Tra le sue opere più celebri sono gli arazzi di diverso formato in cui sono inserite, suddivise in griglie, frasi e motti inventati dall’artista.
Boetti propone a se stesso dei sistemi nei quali agire, spesso coinvolgendo altre persone da lui chiamati “personali collettivi”: lavorare con tanti “ononimi” (anonimi/omonimi), autori multipli, dispersi, far disegnare con la penna biro, far colorare da bambini le Faccine da lui disegnate e stampate come manifesto, far ricamare dalle donne afgane gli arazzi o le mappe.
Oppure sono la geografia, la matematica, la geometria, i servizi postali, a fornire la piattaforma delle proprie scelte.
Il suo lavoro mette in discussione il ruolo tradizionale dell’artista, interrogando i concetti di serialità, ripetitività e paternità dell’opera d’arte. I meccanismi che inventerà per i suoi lavori sono strutture di pensiero applicabili alle cose senza potersi esaurire. Una volta reso chiaro il principio che li genera si staccano da schemi soggettivi e permettono la libertà di autogenerarsi come le cose della natura.
IL MUSEO: LA CASABIANCA DI MALO
Alighiero & Boetti è uno degli artisti meglio rappresentati nella collezione Meneguzzo con opere storiche, alcune in allestimento stabile e altre nel fondo deposito: sono opere per la maggior parte multiple raggruppate in due cartelle (portfolios) con relativi contenitori e colophon ed in parte uniche come disegni ed arazzetti. Per l’occasione le opere in esposizione stabile sono evidenziate con “mappatura alle pareti” e sono ubicate nelle stanze n. 3 e n. 9. In visione si trovano anche i cataloghi e la documentazione dell’artista, nello spirito di rappresentare alla Casabianca il “costume dell’arte” di un tempo, più che la storia dell’arte occupando quello spazio meno noto della vita dei musei.

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alcune immagini dell’incontro

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https://www.improntaculturale.it/2012/01/emidio-greco-al-museo-casabianca-di-malo-con-impronta-culturale/feed/ 0
Cinema in Corte 2011 https://www.improntaculturale.it/2011/07/cinema-in-corte-2011/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cinema-in-corte-2011 https://www.improntaculturale.it/2011/07/cinema-in-corte-2011/#respond Wed, 06 Jul 2011 09:52:56 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=1069

    Programma:

    mercoledì 6 luglio  CATTIVISSIMO ME  animazione, 95’
    il perfido e tecnologico Gru sta progettando il più grande colpo della storia: rubare la luna!
    Ma si imbatte nella forte determinazione di tre ragazzine.

    mercoledì  13 luglio I FANTASTICI VIAGGI DI GULLIVER commedia, 87’
    Lemuel ottiene l’incarico di scrivere un pezzo sul triangolo delle Bermuda.
    Si reca sul posto, ma viene trasportato in una terra sconosciuta, Lilliput.

    mercoledì 20 luglio PORCO ROSSO animazione, 94’
   Pirati del cielo seminano il terrore con l’attacco delle rotte navali.
   Porco Rosso, è un cacciatore di taglie che, con il suo biplano rosso fuoco, si presta a contrastarli.

mercoledì 27 luglio L’ESPLOSIVO PIANO DI BAZIL commedia, 105’
Bazil non ha gran fortuna. Una pallottola vagante lo ha colpito alla testa. Uscito dall’ospedale si ritrova per strada e viene raccolto da una banda di straccivendoli.

mercoledì 3 agosto AMERICAN LIFE commedia, 98’
Burt e Verona sono una coppia in attesa della nascita della loro bambina. Saputo che i genitori di Burt intendono trasferirsi, i due partono per un viaggio da Miami al Canada.

Inizio proiezione ore 21.30 circa, appena fa buio
Ogni sera verrà presentato un cortometraggio selezionato al Festival Alto Vicentino – international short film festival
Le proiezioni si terranno in Corte Priorato Gandin. In caso di pioggia si utilizza la sala civica.
ENTRATA LIBERA.

partecipanti: 371

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https://www.improntaculturale.it/2011/07/cinema-in-corte-2011/feed/ 0
Nessuna immagine tutte le immagini. Due dibattiti sulla rappresentabilità della Shoah https://www.improntaculturale.it/2011/01/nessuna-immagine-tutte-le-immagini-due-dibattiti-sulla-rappresentabilita-della-shoah/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=nessuna-immagine-tutte-le-immagini-due-dibattiti-sulla-rappresentabilita-della-shoah https://www.improntaculturale.it/2011/01/nessuna-immagine-tutte-le-immagini-due-dibattiti-sulla-rappresentabilita-della-shoah/#comments Mon, 31 Jan 2011 13:57:51 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=621

L'Assessore alla cultura del Comune di San Vito di Leguzzano, Cristiano Filippi Farmar presenta la terza serata della rassegna "Lo spechcio magico"

Questa sera è con noi Alberto Brodesco che ci presenterà “Nessuna immagine, tutte le immagini.

Due dibattiti sulla rappresentabilità della Shoah”
Primo dibattito: le immagini della Shoah riescono a comunicare qualcos’altro se non l’impossibilità di mostrare l’inimmaginabile?
Partecipano: Georges Didi-Huberman, Claude Lanzmann, Jean-Luc Godard.
Secondo dibattito: le immagini della Shoah possono illuminare, per accostamento, altri momenti della Storia?
Partecipano: Alain Finkielkraut, Eyal Sivan, Claude Lanzmann.
Due dialoghi a più voci sulla memoria e sul suo utilizzo.

ALBERTO BRODESCO
nasce a Malo. Laureato in Sociologia, lavora come tecnico laureato al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali presso l’università di Trento. Attualmente partecipa a un dottorato in Studi audiovisivi – cinema, musica, comunicazione presso l’Università di Udine.
È autore della monografia Una voce nel disastro. L’immagine dello scienziato nel cinema dell’emergenza.
E’ coautore de: La galassia rosa. Ricerche sulla letteratura femminile di consumo; e Culture popolari, generi e prodotti narrativi: analisi sociologiche di letterature popolari, fumetti e cinema.
Ha pubblicato dei saggi su molti altri argomenti, da Jean-Luc Godard alle mucche del Trentino.
Cura, per “Questo Trentino”, la rubrica Monitor dove si occupa di cinema e di cultura sociale.
È critico cinematografico, scrive di cultura visuale e di sociologia negli ambiti della comunicazione audiovisiva.
Fa parte dell’associazione AtoZ – Una darsena culturale – con cui da anni cura il festival ‘Azioni Inclementi’.

Alberto Brodesco

Alcuni stralci dalla registrazione della serata:

[…] Due dibattiti tipicamente francesi, filosofici ma non solo, e non come accade spesso intellettuali e sterili contrapposizioni, ma ragionamenti fondamentali che riguardano il senso profondo delle cose in particolare dello sguardo, del guardare, dell’immagine e della storia e della relazione tra queste due componenti. […]

Il primo dibattito è  sulla relazione tra la Shoah e la sua rappresentazione, tra Shoah e immagine, il secondo è sull’uso della memoria, sull’uso delle immagini, su quale utilizzo possiamo fare oggi delle immagini della Shoah e della storia.

Nel 2001 a Parigi viene organizzata una mostra all’Hotel de Ville dal titolo “Mémoire des camps. Photographies des camps de concentration et d’extermination nazis (1933-1999)” al centro dell’esposizione ci sono 4 fotografie in particolare, fotografie fatte uscire dai forni crematori di Auschwitz da alcuni membri del  commando speciale composto da elementi selezionati tra i detenuti che gestivano gli aspetti pratici più complessi. I membri del Zonder Commando erano uomini destinati ad una morte nell’immediato essendo testimoni dell’orrore, troppo vicini per poter sopravvivere e poter raccontare quanto avevano visto. Le foto in questione furono scattate da uno di questi mettendo a rischio la sua vita, le scatta dall’interno di un forno crematorio con una macchina fotografica fatta pervenire di nascosto.

Fondamentale è far uscire delle informazioni dai campi di sterminio per scuotere l’opinione pubblica, e far uscire delle fotografie vale di più della testimonianza orale, secondo proprio il luogo comune che un’immagine vale più di mille parole e che un’immagine riproduce la realtà dello sterminio senza bisogno di raccontarla. Le immagini sono delle prove.

[…] La prima riflessione da fare è sullo statuto dell’immagine fotografica, sulla sua reale capacità di essere testimone di qualcosa che è successo. Una fotografia da sola non prova niente o prova poco, c’è bisogno di decifrarla, di aggiungere informazioni, le immagini, contrariamente al luogo comune, non parlano da sole. Secondo punto proprio per le condizioni estreme in cui sono state scattate queste foto fanno fatica a mantenere questo status testimoniale.  […]

È interessante ragionare sul fatto di quanto i “difetti” di queste immagini riescano a raccontare del luogo in cui sono state scattate sul contesto in cui si trovava il fotografo, sul valore e sul coraggio del fotografo.

Nel catalogo che accompagna la mostra esce un saggio importante di Georges Didi-Huberman, filosofo dell’arte, il cui titolo è “Immagini malgrado tutto” (pubblicato in Italia da Raffaello Cortina Editore), il saggio inizia con una citazione di Jean-Luc Godard che dice “anche se molto rigato un semplice rettangolo di 35 mm salva l’onore di tutto il reale”. Il saggio si sforza di interpretare e contestualizzare quelle immagini, di vedere cosa possiamo chiedere a quelle immagini, che uso e quale rispetto dobbiamo nutrire nei confronti di quelle immagini. La cosa interessante è stata la reazione, in particolare su una rivista francese fondata da Sartre,  qui le critiche furono piuttosto feroci, l’accusa è che non si può ridurre la complessità dello sterminio a quattro immagini che non possono e non sono capaci di raccontare tutto, non sono capaci di “salvare l’onore di tutto il reale”. Le obiezioni sono fondamentalmente tre: la prima è che queste immagini non mostrano l’interno delle camere a gas, la seconda obiezione è che il reale non si risolve all’interno del visibile, la terza, forse la più interessante, dice che al cuore della Shoah c’è qualcosa di irrapresentabile, qualcosa che strutturalmente non può essere contenuto in 1, 2, 4, 1000, immagini. La Shoah è un evento che mette in crisi ogni medium visivo. Les Temps Modernesè la rivista diretta da  Claude Lanzmann , il regista di Shoah, lungo documentario del 1985 – edito in Italia da Einaudi. Shoah mostra solo i testimoni e fa sentire i loro racconti e le loro voci, niente immagini d’archivio, esclusivamente interviste dei sopravvissuti, dei carnefici e degli “spettatori”. Lanzmann mostra i campi come sono oggi, luoghi della memoria organizzata oppure non luoghi, luoghi abbandonati. La verità sullo sterminio per Lanzmann è patrimonio del testimone, del testimone muto, di colui che non vuole parlare, la verità maggiore sta nell’incapacità di parlarne. Nessuna immagine, dice Lanzmann può sostituire una lontana idea di quello che è successo, qualunque immagine tradisce la shoah perché la shoah è inimmaginabile. Le uniche cosa su cui possiamo confrontarci sono le voci e i volti dei sopravvissuti. L’immaigne dà un’illusione di conprensione, un’illusione che è deleteria, l’unica cosa che si può fare è di accettare una nostra mancanza, una nostra incapacità di capire.

“Guardare le immagini delle camere a gas significherebbe necessariamente abitare la posizione dello spettatore esterno rispetto alle vittime e quindi di aderire chimicamente e percettivamente alla posizione stessa del nazista, le vittime in questo modo sarebbero viste come attraverso la vetrina di un acquario vale a dire una distanza tale che la stessa morte non è nient’altro che un’informazione, la struttura delle immagini restituisce implicitamente una posizione di voyerismo sadico”
da un’intervista a Lanzmann del 2000

la posizione di Lanzmann è in forte contrapposizione con quella di Didi-Huberman e con ogni tentativo di lavorare sulla Shoah con le immagini in qualsiasi modo e la polemica si estende anche a Jean-Luc Godard e nei confronti dei suoi lavori in particolare a “Histoire du cinéma” un lungo saggio sulla storia del ‘900 del cinema. Godard entra nel dibattito dicendo che il film di Lanzmann non mostra niente di niente, non è stato capace di mostrare nulla. Godard per tutto l’arco della sua carriera di regista si è confrontato con il tema dell’immagine e del cinema e dello sterminio ed ha sottolineato la mancanza del cinema. La prima mancanza riguarda la sua capacità di mettere in allarme, di prevenire rispetto alla deriva nazista, non ha dato dei segnali abbastanza forti rispetto a questa cosa che però era riuscito ad avvertire (il grande dittatore di Chaplin è del 1940). La seconda manza riguarda la mancanza di riprese filmate all’interno dei campi di concentramento, ci sono riprese realizzate dagli americani dopo la liberazione dei campi, e questa assenza è l’assenza di uno sguardo, la mancanza di una consapevolezza visuale di quello che stava succedendo. Il cinema non ha saputo essere all’altezza del suo ruolo, dice Godard. per Godard il problema non è che nessuna immagine riesca a parlare della Shoah, il problma è che tutte le immagini successive parlano della shoah, di questo vuoto, di questo tentativo continuo di coprire un vuoto una mancanza, e la ricerca continua di una resurrezione rispetto alla colpa di non esserci stata quando serviva. Perciò per Godard questo lavoro sulla memoria e sulle immagini è un lavoro che bisogna continuare a fare,un lavoro infinito di accostamento e di riflessione sulle immagini.

Ecco il senso del titolo che si è voluto dare all’intervento: per Lanzmann nessuna immagine può parlare della Shoah, per Godard tutte le immagini posso parlare della Shoah.
[…] Cosa comunicano veramente le immagini, cosa vuol dire guardare, come possiamo accostarci alle immagini e come ci si può avvicinare a questi eventi che superano ogni possibilità di comprensione. Il confronto con tutta una serie di paradossi: come avvicinare l’inavvicinabile, come immaginare l’inimmaginabile, come tollerare l’intollerabile.

[…] Dice Georges Didi-Huberman:
Guardare non vuol dire avere, possedere un’immagine, il vedere, nel suo significato più profondo, è una questione che rimanda ad una dimensione dell’essere, un passaggio dall’avere all’essere, e questa dimensione dell’essere ha a che fare con ciò che non si vede, con ciò che è assente, di un vuoto all’interno dell’immagine.
Allora le tesi di Lanzmann e Didi-Huberman possono trovare un punto di contatto  se leggiamo le immagini fatte uscire dai forni crematori non come un toccare con mano, un modo per conoscere, afferrare, possedere la realtà dello sterminio, ma come immagini che rimandano appunto alla dimensione dell’essere.

“l’esperienza familiare di ciò che vediamo sembra solitamente dare luogo ad un avere, vedendo qualche cosa abbiamo in generale l’impressione di guadagnare qualche cosa, ma la modalità del visibile diventa ineluttabile, vale a dire votata alla questione dell’essere quando vedere è sentire che qualcosa ineluttabilmente ci sfugge, o in altre parole, quando vedere è  perdere ”
Georges Didi-Huberman



Il.
secondo dibattito è un dibattito che avviene in un tribunale parigino, nel febbraio del 2004, un regista, documentarista  israeliano, Eyal Sivan, porta in tribunale un filosofo francese Alain Finkielkraut. […] il processo ha a che fare con un lavoro documentario di Sivan del 2003 “Route 181. Frammenti di un viaggio in Palestina e Israele” il documentario racconta il percorso di un regista Israeliano e uno palestinese lungo il confine tracciato dalle nazioni unite sulla divisione delle due nazioni. […] il documentario si compone per lo più di interviste, molto critico dell’occupazione israeliana. È interessante come i registi nelle interviste non oppongano un loro parere sul giudizio dell’intervistato.È un lavoro sul linguaggio, su cosa vogliono dire le parole, su come si possono usare… […]

Finkielkraut commenta durante una trasmissione televisiva Route 181 e critica molto duramente il film dicendo che è basato su una falsa analogia fra sterminio nazista e guerra di indipendenza israeliana, dce che è una chiamata all’omicidio, un incitamento all’odio, parole forti e gravi, e che Sivan è l’esemplare di una realtà dolorosa, quella dell’antisemitismo ebraico. “Quelli che ci cuciono sul petto una croce uncinata non fanno altro che rivendicare per loro stessi un stella gialla”
Sivan lo querela.


Tra i testimoni della difesa Alain Finkielkraut fa comparire Claude Lanzmann e sostiene che Route 181 è un plagio di Shoah. Il processo più interessante non è più quello per diffamazione ma quello per plagio in particolare viene citata e contestata una scena, in cui un barbiere palestinese mentre taglia i capelli ad un suo cliente viene intervistato e racconta una sua esperienza. I problema è che questa scena richiama esplicitamente una scena equivalente di Shoah, in cui un dei testimoni chiave viene intervistato mentre taglia i capelli in una bottega di Tel Aviv.  Questo esempio è forse il più famoso di Shoah e della strategia di Lanzmann di forzatura dell’intervistato. […] Il parallelismo tra i due barbieri scatta immediatamente. Lanzmann è molto duro […]

le due scene dei barbieri tratte dal film di Sivan, Route 181 e da Shoah di Lanzmann


Nascono due principali problemi, s  può ragionare sull’uso che viene fatto delle immagini, in particolare si può utilizzare un’immagine che richiama la Shoah per dire qualcosa d’altro, sui drammi di altri popoli, sui drammi contemporanei? Lanzmann dice ancora no, nessuna immagine può essere utilizzata per fare paragoni,mentre Sivan sembra dire una cosa opposta, che tutte le immagini della Shoah devono essere usate per guardare al mondo di oggi, al mondo di domani. Sivan si trova di fronte ad un barbiere e gli scatta il ricordo di Shoah e la volontà di affiancare i due testimoni, le due vittime.  Questa posizione è eticamente inattaccabile, è quello che deve fare uno spettatore, deve provare ad utilizzare l’obiettivo per connetterlo ad una serie di significati che non vanno esauriti all’interno di un film ma prosegue fino a cambiare la nostra capacità di guardare. Secondo questa posizione è necessario riutilizzare delle immagini viste se quelle immagini effettivamente ci riguardano. Sivan accosta idealmente questi due barbieri ed è in questo che consiste la forza propria del cinema, non solo un’immagine in movimento ma due immagini poste vicine. Due fotografie da comparare per trovarne una terza nell’interstizio tra le due (Godard)  […]

Il pubblico in sala civica durante la 3° serata de "Lo specchio magico"

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Giornata della Memoria 2011 https://www.improntaculturale.it/2011/01/giornata-della-memoria-2011/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=giornata-della-memoria-2011 https://www.improntaculturale.it/2011/01/giornata-della-memoria-2011/#respond Fri, 21 Jan 2011 13:29:36 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=594 mercoledì 26 ore 11 presso la sala ARCI:
con le scuole elementari:
Lettura con video-animazione e musica
“Il Bambino stella, Storia di Otto e Rosa Bianca” di e con Marta Padovani e Walter Sabato del “Teatrino della Neve” di S.Donà di Piave.
Quali aspetti della Shoah possiamo raccontare ai più piccoli? E soprattutto come farlo? Le storie presentate lo fanno molto bene.
Esse evitano inutili e dannose crudezze e parlano di stelle e cacciatori di stelle, di luce e buio, di un orsacchiotto smarrito e poi diventato eroe di guerra.
Storie che parlano cioè di qualcosa che appartiene al mondo del bambino, che egli può sentire e capire, per essere guidato verso positivi sentimenti di amicizia e di tolleranza, al di là dello specifico contesto storico, a cui solo noi adulti possiamo e dobbiamo fare esplicito riferimento.

giovedì 27 ore 20.30 Sala Civica nell’ambito della rassegna “Specchio Magico”
“Nessuna immagine, tutte le immagini.La rappresentabilità della Shoah nel cinema” incontro conferenza con Alberto Brodesco
(Alberto Brodesco lavora presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Trento. È autore di articoli e saggi sui temi della comunicazione visuale e della sociologia del cinema, critico cinematografico e organizzatore culturale.)

Sabato 29 ore 8.30 Sala Civica
con le scuole medie:
incontro con Samuel Artale 
Samuel Artale ingegnere, docente di Normative Internazionali, il 13 Aprile del 1944 all’età di 7 anni è stato deportato ad Auschwitz, insieme alla mamma, al padre, alla sorella Miriam, al nonno.
Ne uscì quale unico superstite il 27 gennaio 1945 quando l’Armata Rossa aprì i cancelli. Il piccolo Samuel (aveva otto anni) fu preso in consegna dalla Croce Rossa Internazionale e affidato ad una associazione ebraica che lo trasferì negli Stati Uniti, a Miami, dove poté studiare 

"Storia di Otto"

 

incontro con le classi elementari

Partecipanti:  150

"Rosa Bianca"

 

Samuel Artale e i ragazzi delle medie

incontro con le classi delle scuole medie

Partecipanti:  130

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Lo Specchio Magico https://www.improntaculturale.it/2011/01/lo-specchio-magico/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lo-specchio-magico https://www.improntaculturale.it/2011/01/lo-specchio-magico/#respond Sat, 08 Jan 2011 13:03:34 +0000 http://www.improntaculturale.it/?p=548 Una rassegna dedicata alla visione, per comprendere il mondo delle immagini, attraverso i suoi linguaggi, l’arte, la fotografia, il cinema, la televisione.
Sala Civica,San Vito di Leguzzano (VI), ore 20,30.

Programma:

13 gennaio 2011
Senza riparo. Percorsi tra poesia e cinema.
Con Stefano Guglielmin e Fabio Vallin.

20 gennaio 2011
Il cuore di tenebra dell’Africa. Il ruolo della fotografia.

Con Leonardo Bonollo.

27 gennaio 2011
Nessuna immagine, tutte le immagini. La rappresentabilità della Shoah nel cinema.
Con Alberto Brodesco.

Chi ha paura dell’uomo giallo? I Simpson: come cambia il nostro modo di vedere la televisione.
Con Silvia Moras.

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